Finanziamenti Europei 2007 - 2013

Ancora difficoltà a sfruttare i finanziamenti europei messi a disposizione dal Fondo Europeo. Gli stanziamenti effettivi superano di poco il 50 percento delle risorse.

Come era prevedibile, il programma di utilizzo dei fondi europei 2007-2013 è stato rallentato dalla numerosità di micro-progetti, dispersivi nella gestione amministrativa e problematici da riuscire a gestire nelle tempistiche previste.

Il risultato è che a fine 2011 gli stanziamenti effettivi arrivano a poco più del 52% delle risorse messe a disposizione dall'Europa, mentre i pagamenti non raggiungono la quota del 20 per cento.

I numeri emergono dal nuovo Rapporto dell’Ifel, la Fondazione dell'Anci per la finanza e l'economia locale, condotto sui 30,6 miliardi che l'Italia ha a disposizione per i programmi territoriali del Fondo europeo di sviluppo regionale, e che costituiscono il pilastro centrale dei 44,1 miliardi messi in campo dal Fesr per il nostro Paese.

I fondi che servono alle imprese (beneficiare del 40,6% del totale), ai Comuni (23,3%), alle Regioni (18,9%) e agli altri soggetti sono relativi ad investimenti che si concentrano soprattutto su energia, riqualificazione di aree, infrastrutture, valorizzazione del patrimonio e dell'ambiente. Il monitoraggio dell’Ifel conferma la doppia velocità che i territori mostrano in termini di efficienza nell'utilizzo delle risorse.

Dietro ai primatisti rappresentati dai territori a Statuto speciale (la Valle d’Aosta è in testa), è la Lombardia la Regione più virtuosa fra i territori a Statuto ordinario, avendo assegnato l'84% dei 532 milioni a disposizione.

La maggior parte dei fondi si concentra però nelle Regioni del Sud, dove i risultati sono decisamente meno brillanti. Con assegnazioni, e soprattutto pagamenti, così indietro, il rischio del richiamo automatico delle risorse da parte di Bruxelles torna ad essere molto alto, al punto che il ministero della Coesione territoriale è già intervenuto a riprogrammare alcune risorse (per esempio per le smart cities).

A fronte di questi numeri si nasconde in realtà il problema che in alcune Regioni vi è un'eccessiva frammentazione dei progetti, che mostra come le Regioni utilizzino queste risorse più come spesa corrente che come dotazione strategica per gli investimenti.

Un caso emblematico è quello della Calabria, dove vi sono 1.522 iniziative, che costituiscono il 30% delle 5.244 attivate in tutta Italia. Se solo 74 progetti (sui 5.244 complessivi) superano il valore unitario di 5 milioni di euro ve ne sono migliaia che non arrivano a 150mila euro.

Il rischio è che i fondi FESR si trasformino in tante versioni regionali della «legge-mancia» nazionale.

(Fonte: Dott. Napoleone Naviglio - unioneconsulenti.it)

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